La materia liquida non è la materia del mondo ma quella della pittura, sperimentata nei suoi modi di agire, di comportarsi prima ancora di significare.
LA MATERIA LIQUIDA
Tracce cromatiche vengono a contatto con le asperità prodotte dalle resine e possono interrompere il loro percorso formando laghi di colore o proseguire fino a debordare i confini del dipinto.
Comprimendo la tela Loris Agosto crea la terza dimensione, passaggio indispensabile per la trasformazione dello statico in dinamico.
Lo spazio dell’azione pittorica non è chiuso soltanto nella tela, ma ingloba anche la distanza fluida di separazione tra l’opera e l’artista, il quale, attraverso uno sbilanciamento permanente realizza un collegamento effettivo con il lavoro.
Il mondo dei fenomeni non è che una sofisticata iconologia dell’inconscio che non vuole che le sue immagini esprimano, dichiarino, rivelino, ma vuole vederle materializzarsi.
L’artista insegue la rappresentazione per vie inesplorate e non teme la misteriosa bellezza attraverso la quale essa si esibisce.
Riscopre la immaginazione personale, il piacere di affrontare l’apparizione e l’annunciazione dei colori, per collegarli ed adeguarli alla velocità del nuovo itinerario.
Nelle sue superfici c’è sempre qualcosa che avanza e poi si ritrae, ma per ricomparire subito dopo in modo ancor più ricco e misterioso e produce l’impressione che l’ideazione abbia identificato il valore delle sfumature nella loro molteplice varietà.
Nello sfondo interiore risiedono le ragioni segrete che catturano l’astrazione e l’impulso mentale si manifesta in improvvisi bagliori. L’effetto visivo di cangiamento è sempre continuo e suggerisce lontananze psicologiche che svaniscono oppure si addensano, ad indicare che l’impronta iniziale si è trasmutata nell’espressione di una nuova esperienza.
La materia liquida non è la materia del mondo ma quella della pittura sperimentata nei suoi modi di agire, di comportarsi prima ancora che di significare.
Il colore è già struttura: è il modo dell’apparire.
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Loris Agosto Udinese di nascita. Autodidatta si oppone agli schemi della pittura di moda passando attraverso diverse esperienze figurative ed informali per sviluppare negli anni ’90 una nuova ricerca sull’idea della compressione e distensione della tela. Lavora immerso nelle colline del Friuli a Sedilis di Tarcento.
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LIQUID MATTER
Chromatic traces touch the creases produced by the resins and may interrupt their flow forming blots of colour, or they may just go on and pass over the borders of the painting.
By pressing the canvas Loris Agosto generates the third dimension, a step which is necessary for shifting from static to dynamic matter. The space of pictorial action is not limited only to the canvas but includes the fluid distance between the work and the artist who, by means of a constant unbalance, establishes a positive link with his own work. The world of phenomena is like a sophisticated iconology of the unconscious which does not want its own images to express, declare, reveal but rather wants to see them materialized. The artist pursues the representation through unexplored ways and is not frightened by the mysterious beauty through which the representation itself takes shape. He rediscovers personal imagination, the pleasure of the apparition and expression of colours, to connect and adapt them to the speed of a new itinerary. In his surfaces there is always something which advances and then withdraws to reappear again soon after in a richer and more mysterious way, so you have the impression that ideation has identified the value of shades in its multiple variety. In the inner background there lie the secret reasons which capture abstraction and the impulse of the mind appears in sudden flashes. There is a continuous visual effect of change suggesting psychological distances which vanish or become thicker to indicate that the initial trace has been transmuted into a new experience. Agosto’s liquid matter is not the matter of the world but that of painting, experimented in ways of acting which come before meaning. The colour is already a structure, a way of appearing. The sign conveys sense even before conveying full meaning